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Viaggio in Turchia

|  Federico Sborchia  | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede

Alla ricerca del riscatto: Stefano Pioli


Per la Fiorentina e Stefano Pioli destini incrociati: il riscatto collettivo può essere l'unico obiettivo dopo tempi bui.



L'Inter aveva chiamato Stefano Pioli per rifocillare la squadra dopo l'esonero prematuro di De Boer (errore della società dare poco tempo al tecnico olandese, che non ha avuto tempo di instaurare il proprio paradigma), che a sua volta era stato chiamato dopo l'addio frettoloso di Mancini in estate. 

Pioli era nel momento più alto della sua carriera (solo una parentesi l'ultima stagione con la Lazio, in cui non è stata di supporto la dirigenza), e i nerazzurri rappresentavano un'occasione da non farsi sfuggire di mano. Nel primo periodo l'Inter sembrava essere rinata sotto la sua guida, 7 le vittorie consecutive tra campionato e coppe e gioco decisamente lucido. Poi mancato raggiungimento degli obiettivi, declino ed esonero immediato: tra le possibili cause possiamo inserire un calo fisico, una gestione non brillante e soprattutto mancanza di impegno da parte della squadra (anche contrasti nello spogliatoio?), come riferito da Vecchi a fine stagione.


La Fiorentina quest'anno non è stata solida e bella come quella della scorsa stagione, Paulo Sousa non è riuscito a calibrare la rosa in funzione del gioco che ha proposto sin da quando è arrivato a Firenze. La rosa non ha inciso particolarmente, i risultati non sono arrivati e l'entusiasmo è stato sempre assente: sintomi che hanno portato a cambiare direzione, a mettere un po' d'olio ai meccanismi arrugginiti.


Pioli ora può ridare equilibrio alla squadra, poichè la sua filosofia di gioco si adatta perfettamente ai membri della rosa, sempre se non partirà nessuno. Nella Lazio faceva affidamento ai movimenti dei trequartisti e dei centrocampisti (Anderson, Candreva e Biglia fondamentali), gli elementi solitamente dotati di maggiore intelligenza tattica e capacità tecnica spiccano il volo con il suo gioco. Se resterà Bernardeschi, potremmo vederlo con Ilicic e Saponara alle spalle di una prima punta, presumibilmente Kalinic, attaccante permeabile al 4-2-3-1. Adatti al suo gioco anche giocatori geometri come Borja Valero e Badelj: la Fiorentina sotto la guida di Pioli può tornare a fare affidamento ad un gioco verticale, non più basato sugli strappi degli esterni, ma sui giocatori di qualità che già possiede. La rosa c'è, Pioli può fare bene. Se Corvino non vende.



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