| Federico Sborchia | La Turchia è un paese magico, diviso su due continenti e toccato da altrettanti mari. In Turchia potete godervi il fascino immortale di Istanbul, potete sperimentare alcune meraviglie naturali come le terme di Pamukkale e i camini delle fate . Potete anche regalarvi una vacanza di mare ad Antalya o a Bodrum ma soprattutto potete osservare fino a che punto può giungere la decadenza di un uomo e soprattutto di un calciatore. La Turchia è un gigantesco calderone di culture, un crocevia storico come pochi altri e la Süper Lig ne è una degna espressione: un grandissimo mix di giocatori di ogni dove che qua confluiscono quando sentono vicina la fine. In questo viaggio vi accompagneremo di città in città e di squadra in squadra. Adana | Adana Demirspor Adana è ciò che resta della vecchia Antiochia di Cilicia, girando per Adana potete trovare il bellissimo castello armeno di Yılankale ma anche una notevole distesa di grattacieli. Tra le altre cose ad Adana ha sede
Tutto inizia Sabato 22 ottobre 2016, alle ore 16:14.
Sabato 22 ottobre 2016,
ore 16:14.
Le squadre sono in campo
già da un paio di minuti dopo aver scattato le consuete foto di rito
ed aver stretto la mano ai rispettivi avversari ed aspettano
solamente il fischio d'inizio del direttore di gara.
Da un lato vi sono i
padroni di casa del Valencia, alla prima casalinga col nuovoallenatore, Cesare Prandelli ,
dall'altro lato troviamo i campioni di Spagna in carica del
Barcellona , guidati dal capitano Andres Iniesta.
I 22 in campo ed i 55.000
del “Mestalla” sono in trepidante attesa dell'inizio della
partita.
Il direttore di gara porta
alla bocca il fischietto. Ecco il suono, inconfondibile. Si comincia.
Sono le ore 16:15.
Bastano appena 11 minuti
per mettere in salita la sfida per il “Blaugrana”: nel tentativo
di trovare un varco a centrocampo, il Capitano, con una finta si
gira, dando le spalle al proprio avversario, Enzo Perez, l'altro
capitano, che, con l'intenzione di togliergli il pallone, entra in
scivolata in modo abbastanza brusco. Iniesta cade, la palla vola via.
Ma Don Andres questa volta non si rialza, resta in terra, dolorante,
mentre si stringe il ginocchio con entrambe le mani. Subito entra lo
staff medico del Barcellona, che lo carica sulla barella e lo porta
via. Iniesta piange. Non è un bel segnale. Per la Liga. Per la
Champions. Per il mondo del calcio in generale.
Dopo qualche giorno
arrivano anche i risultati delle analisi che gelano tutto il “mondo
Blaugrana”: lesione parziale del legamento collaterale del
ginocchio destro. Tornerà in campo a gennaio del 2017.
Andres Iniesta, Getty Images |
Ora la palla passa però
allo staff tecnico: come reinventare la squadra ? Come coprire a
dovere l'assenza di uno dei migliori centrocampisti del mondo ?
Dopo l'infortunio è
subentrato al suo posto Ivan Rakitic, che ha completato il terzetto
di centrocampo negli ultimi anni al Barcellona.
I nomi in lizza per una
maglia da titolare sono sostanzialmente 3: Andrè Gomes, Denis Suarez
ed Arda Turan.
Ovviamente nessuno
riuscirebbe a rimpiazzare appieno il giocatore spagnolo: pochissimi
giocatori al mondo hanno quel tasso tecnico, quella visione di gioco
e quel dribbling nello stretto ed ogni alternativa fungerebbe solo da
mero effetto placebo.
Molto probabilmente,
schierando uno tra Gomes e Suarez, non cambierebbe neanche il sistema
di gioco, che resterebbe il classico 4-3-3. Schierando il turco
invece, si potrebbe pensare anche ad un cambio di modulo, passando
così al 4-2-3-1, in modo tale da “sposare” meglio le
caratteristiche dell'ex Atletico, anche se il sistema col
“doble-pivote” non è mai stato visto di buon occhio dalle parti
del Camp Nou.
Altra intuizione
sembrerebbe essere quella del 3-4-3, sistema di gioco già
sperimentato quest'anno da Luis Enrique in Spagna, con uno tra
Rakitic, Gomes e Suarez ad affiancare Busquets e due esterni larghi
ad occupare le corsie.
Intanto, nell'attesa del
suo ritorno (citazione quantomeno Biblica), lo ricorderemo così: